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Il lato oscuro di Henry Ford

Henry Ford (1863-1947) è ricordato come uno dei più grandi imprenditori della storia. Seguace del pensiero taylorista e inventore della catena di montaggio, introdusse nel mercato americano la prima automobile prodotta su larga scala, il celebre Modello T. Noto per l’amicizia con Thomas Edison e per l’ammirazione nei confronti dell’Alfa Romeo, Ford fu personaggio non privo di lati oscuri, testimoniati in particolare da uno spiccato antisemitismo e da un duraturo rapporto con Adolf Hitler.

Un nome decisamente meno noto è quello di Harry Bennett (1892-1979), ex pugile e marinaio che fu per circa un ventennio braccio destro di Ford. Le pagine di The Arsenal of Democracy: FDR, Detroit, and an Epic Quest to Arm an America at War (2014) del giornalista A.J. Baime presentano un corposo resoconto del rapporto fra i due, di cui la rivista «Salon» pubblica un estratto.

Assunto da Ford come guardia del corpo e uomo di fiducia, Bennett era a capo di un piccolo esercito di sicurezza, fondamentalmente composto da avanzi di galera, da lui denominato “Service Department”. Già alla fine degli anni ’20, Bennett supervisionava qualsiasi attività del complesso Ford di Rouge (Dearborn, Michigan). Henry lo teneva in altissima considerazione e questo rapporto influì negativamente sulla sua relazione con il figlio Edsel, erede naturale dell’azienda.

L’industria automobilistica di Detroit uscì sconvolta dalla crisi del 1929. Ford si trovò a fronteggiare sul fronte esterno il crollo del mercato, su quello interno forti proteste. Bennett e il suo “Service Department” instaurarono all’interno dell’azienda un regime del terrore basato su corruzione e violenza. Mentre alle linee di produzione veniva chiesto di aumentare i ritmi di lavoro, gli operai sviluppavano, a causa dello stress subito, patologie all’apparato digerente presto etichettate come “the Ford stomach.” Nel giro di pochi anni la Ford divenne, da miglior posto di lavoro americano, un luogo da incubo.

Nel 1938 Ford lasciò la direzione dell’azienda al figlio Edsel, ma solo dal punto di vista formale: in realtà controllava ancora ogni attività aziendale, attraverso il braccio armato del fido Bennett. Il dominio di quest’ultimo perdurò fino al 1943, quando, in seguito alla morte di Edsel per un tumore, a entrare in scena fu la moglie di Henry, Clara. Quest’ultima convinse il marito a trasferire la guida dell’azienda al nipote ventiseienne Henry Ford II, il cui primo atto ufficiale di ristrutturazione fu l’allontanamento di Henry Bennett. L’ex pugile si ritirò in un lussuoso “fortino” nel Michigan ove trascorse il resto della sua vita.

[ illustrazione: ritratto di Henry Ford, autore ignoto ]