Che esista una stretta relazione tra condizioni climatiche e umore, in grado di influire anche su lucidità e produttività, è cosa nota. Un articolo del New Yorker fa il punto della situazione.
Anzitutto, tra temperature estive e buon umore esiste un’effettiva correlazione. Questa non è tuttavia assoluta, ma relativa, il che significa che chi vive in California non è in generale più felice di un cittadino del Nebraska. Entrambi, tuttavia, saranno mediamente più di buono spirito con l’approssimarsi del solstizio estivo e l’allungarsi delle giornate.
In tema di umore, estate e caldo ci rendono in genere più felici, ma questo non gioca necessariamente a vantaggio delle nostre capacità cognitive. Il troppo caldo annebbia le capacità di ragionamento, rendendo le persone più esposte a tranelli cognitivi e opere di persuasione più o meno occulta. In queste condizioni, inoltre, le persone agiscono seguendo l’impulso di “scorciatoie mentali” piuttosto che mettendo in pratica un pensiero analitico. Al contrario, le giornate nuvolose, piovose, fredde e uggiose acuiscono la nostra capacità critica e di giudizio. Questo influisce anche anche su una motivazione lavorativa che potrebbe definirsi “fisiologica”: pare che nelle giornate di cattivo tempo le persone siano in media disposte a passare in ufficio circa mezz’ora in più rispetto a quelle di sole.
[ illustrazione: Couple Showering at the Copacabana Beach, Martin Parr – 2007 ]